Il Trono di Spade - I. Il trono di Spade by George R.R. Martin

Il Trono di Spade - I. Il trono di Spade by George R.R. Martin

autore:George R.R. Martin [Martin, George R.R.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 123
editore: Mondadori
pubblicato: 2019-12-28T00:00:00+00:00


TYRION

«Sei certo di volerci già lasciare?»

«Fin troppo, lord Mormont. Mio fratello Jaime si starà domandando che ne è stato di me. Potrebbe addirittura pensare che mi hai convinto a indossare il nero.»

«Vorrei poterci riuscire.» Mormont afferrò una chela di granchio e la spezzò con una semplice stretta del pugno. Aveva i suoi anni, il lord comandante, ma conservava ancora la forza di un orso. «Sei un uomo astuto, Tyrion. E sulla Barriera c’è bisogno di uomini della tua stoffa.»

Il Folletto fece una smorfia ironica. «Visto che la metti così, lord Mormont, solcherò i Sette Regni per mare e per terra alla ricerca di altri nani e te li manderò tutti quassù.»

Entrambi risero, Tyrion succhiava la polpa da una zampa di crostaceo e andava quindi all’assalto della successiva. I granchi erano arrivati quella mattina stessa dal Forte Orientale, in un barile pieno di neve, ed erano ottimi.

Tra tutti gli uomini in nero seduti al tavolo, ser Alliser Thorne fu il solo a non associarsi al buonumore generale. «Lannister si prende gioco di noi» disse.

«Solo di te, ser Alliser» ribatté il Folletto.

Questa volta la risata degli uomini attorno al tavolo fu incerta.

«Hai una lingua temeraria, per essere nemmeno metà di un uomo.» Gli occhi scuri di Thorne, pieni di disprezzo, si fissarono in quelli di Tyrion. «Forse tu e io dovremmo continuare questa conversazione nel cortile degli addestramenti.»

«A che scopo? I granchi sono qui, non nel cortile.»

La battuta provocò altre risate.

Ser Alliser si alzò, la bocca ridotta a una fessura. «Vieni a ripetere le tue spiritosaggini con l’acciaio in pugno.»

Tyrion si concentrò sulla propria mano destra. «Io ho dell’acciaio in pugno, ser Alliser, ma ha l’aspetto di una forchettina da granchi. Non importa...» Il Folletto saltò in piedi sulla sedia e cominciò a punzecchiare il torace di Thorne con la piccola posata. «Che ne dici di un duello senza quartiere?»

Una risata generale echeggiò nella sala. Per poco, il lord comandante non si strozzò, frammenti mezzi masticati di cibo gli sfuggirono dalle labbra. Da sopra il davanzale della finestra, perfino il suo corvo volle girare il coltello nella piaga: «Duello! Duello! Duello!».

Ser Alliser uscì dalla sala camminando come se qualcuno gli avesse infilato una daga nel didietro.

Mormont stava ancora cercando di riprendere fiato. Tyrion gli assestò una sonora pacca sulla schiena. «Al vincitore la preda di guerra» proclamò. «I granchi di Thorne spettano a me!»

Il lord comandante ritrovò l’uso della parola. «Sei stato perfido a provocare ser Alliser a quel modo» lo redarguì.

Tyrion tornò a sedersi e mandò giù un sorso di vino. «Se un uomo si dipinge un bersaglio sul petto, deve aspettarsi che prima o poi qualcuno lanci una freccia. Ho visto dei cadaveri dotati di più senso dell’umorismo del vostro ser Alliser.»

«Non sono d’accordo» obiettò Bowen Marsh, lord attendente dei guardiani della notte, un uomo tondo e rosso come un melograno. «Dovresti sentire gli appellativi che appioppa ai ragazzi che addestra.»

Tyrion ne aveva uditi alcuni con le proprie orecchie.

«Mi sono fatto l’idea che quei ragazzi hanno qualche soprannome anche per lui» ribatté.



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